Edoardo Beltrami è pittore completo che spazia con grande tecnica dalla natura morta al ritratto, al paesaggio, con una sapiente e costante ricerca cromatica a cogliere la luce tenue e mai nitida del paesaggio mantovano e spesso l’essenza di una Mantova che non c’è più. Il suo percorso coloristico e figurativo lo porta, nelle ultime opere, alla scelta di rappresentare un solo elemento, cielo o acqua, come a dissolversi in modo totalizzante in una luce che sembra sempre a portata di mano pur senza essere mai raggiungibile.
Presso il museo diocesano Francesco Gonzaga di Mantova dal 13 al 28 settembre 2014.
Prenotazione di una visita al museo Francesco Gonzaga e alle mostre temporanee di Mantova e Sabbioneta con guida turistica autorizzata.
In una stessa opera di Nerio Beltrami possono coesistere stili ed elementi molto diversi tra loro, quali figurativo e informale, surreale e iperreale, a rompere gli schemi unitari e a far convivere liberamente componenti istintive-pulsionali e razionali. Al surrealismo morbido degli inizi, il pittore accosta ora un tono favolistico e ora una grafica da pagina pubblicitaria a creare una scatola cinese di trompe l’oeil multipli, rovesciati, geometrici, inattesi, cambiando continuamente le prospettive e invitando l’osservatore a mantenere viva la propria capacità di guardare.
Dopo gli anni di apprendistato figurativo e coloristico dal padre Edoardo e gli anni del tema della rottura tra uomo e natura, che porta il pittore ad una progressiva essenzializzazione di forme e colori, con il nuovo secolo la mano di Bruno Beltrami riscopre il paesaggio e l’esplorazione di tonalità cromatiche per lui inusuali, ad aprire nuove prospettive in cui la presenza antropica, quando c’è, non è più tarlo dannoso, ma elemento naturale tra gli altri, come accade nella serie di tele in cui protagoniste sono le case.