La storia di Edoardo Beltrami è quella di un artista che abbraccia la pittura a cominciare dai primi anni Cinquanta, benché appartato dai cenacoli e dai gruppi artistici mantovani. Ma, nonostante la solitaria riservatezza, un artista autentico, sempre legato con nostalgia a una pittura declinata in tutti i suoi generi, dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta alla figura.
Al museo diocesano Francesco Gonzaga di Mantova dal 10 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017.
Prenotazione di una visita alla mostra e al Museo Francesco Gonzaga con guida turistica autorizzata.
Lo dimostra questa rassegna in cui dalla pittura degli esordi, legata alla tradizione, con una predilezione per la natura morta e per un paesaggio orientato all’arcadia mantovana, alla stregua dei cosiddetti pittori del ducato, si giunge a una autonomia espressiva e a una maturità all’insegna di una qualità sempre alta. La mostra cerca dunque di proporre con chiarezza il percorso personale e artistico di Beltrami, per delineare uno speciale palcoscenico di ricercata e inquietante poesia. Attori di questo palcoscenico sono la luce, la materia e la natura, in una pittura che si accresce di riferimenti, costantemente aggiornata in un lungo e rigoroso viaggio in cui il pittore rintraccia nel proprio ambiente, spogliato dal superfluo, la limpida meraviglia del saper vedere e del saper narrare. Emerge così, dal percorso espositivo, la chiara statura di un petit-maître mantovano. Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta uno speciale fil rouge caratterizza un modo di operare che dà corpo, in maniera coerente, al suo interiore sentire, a un silenzio assorto ed arcaico che gli offre sempre una delicata dimensione del dipingere, in un’atmosfera chiarista che impasta il colore in maniera riflessiva, raggiungendo gli esiti d una rarefatta essenzialità cromatica. A cento anni dalla sua nascita e a quasi venticinque della sua scomparsa, questo maestro mantovano torna così a dare testimonianza, con inaspettato protagonismo, del meglio della sua produzione.